Una diversa accessibilità alla costa (2002)

Il tema della accessibilità alla costa è da sempre centrale nella organizzazione territoriale di Sabaudia. La particolare conformazione della morfologia costiera costituita dai laghi costieri e pantani addossati alla fascia dunale, impedisce la costituzione di un retroterra e consente l’accesso stradale al litorale solo in alcuni punti (7 accessi da Torre Paola al Rio Martino compreso il ponte Giovanni XXIII).

Questa condizione determina la concentrazione dei traffici su questi accessi che scaricano sull’unica viabilità costituita dalla strada lungomare che corre sulla sommità della duna. Con lo sviluppo del turismo estivo di massa nella stagione estiva si determinano degli afflussi concentrati di autoveicoli, soprattutto nei fine settimana, che molto rapidamente esauriscono i posti auto disponibili per la sosta distribuiti su un lato della strada. Si innesca così un traffico random di veicoli alla ricerca di un posto qualunque che accentua ulteriormente le difficoltà della viabilità. Un ulteriore complicazione nella gestione della viabilità lungomare è determinata dal fatto che il tratto della costa da Foce Caterattino a Torre Paola è fortemente insediata da alberghi e residenze private che impediscono per lunghi tratti la possibilità di accesso alla spiaggia, con conseguenti spostamenti a piedi dei turisti che hanno trovato un parcheggio lontano dai rari accessi costituiti dagli stabilimenti marini.

Questo stato di cose non è mai stato governato in maniera efficace dagli enti locali, la Provincia (prima la strada lungomare era gestita dalla Provincia) e il Comune, né dal Parco Nazionale del Circeo, i quali non hanno mai definito un progetto della accessibilità, né valutato se e quale potesse essere la quantità di utenti/veicoli che la costa è in grado di accogliere per evitare danni al suo ecosistema.

Fu effettuato, a metà degli anni ‘90 un tentativo di sperimentazione con un programma “Life” (il programma LIFE è lo strumento di finanziamento dell’Unione europea per l’ambiente) che interrompeva un tratto della strada per valutare la resilienza dell’ambiente e la sua rinaturalizzazione. Il piano, che pure aveva obiettivi condivisibili ma che, a mio avviso, era congegnato male sotto il profilo della funzionalità viabilistica, scatenò violente proteste tanto da essere sospeso e infine ritirato prima della sua conclusione dalla amministrazione comunale subentrante. Episodio che per molti anni ha avuto pesanti conseguenze sulla credibilità di Sabaudia presso la Comunità Europea in ordine alle richieste di finanziamenti di progetti comunitari.

Del resto il Piano Regolatore Generale vigente (approvato nel 1977), prevede la chiusura e lo smantellamento della strada lungomare nel tratto Foce di Caterattino – Rio Martino; anche se questa previsione faceva parte di un disegno complessivo della organizzazione del territorio molto diversa da quella che poi si è configurata nel tempo, il problema della accessibilità alla costa rimane in tutta la sua rilevanza.

Già negli anni ’80 con l’associazione “La Città Futura”, con il coordinamento dell’arch. C. Dal Lago, presentammo una proposta per un programma graduale di riduzione della accessibilità automobilistica sulla strada lungomare, limitando progressivamente la sosta privata a favore del trasporto pubblico con il supporto di parcheggi di scambio posizionati nel retroterra della costa. Questi vengono localizzati a ridosso delle aree già investite dalle lottizzazioni situate in prossimità della SP Litoranea in modo da non artificializzare nuove aree agricole ed utilizzare le urbanizzazioni già presenti quali: strade, fogne, allacci idrici ed elettrici. Inoltre trattenere i traffici di ingresso in prossimità della SP Litoranea significa impedire di saturare la fragile e minuta viabilità interna e impedire di coinvolgere le aree umide dei “Pantani” che costituiscono un habitat altrettanto delicato, se non più delicato, di quello costiero.

Nel quadro del trasferimento dei turisti dal parcheggio di scambio al mare, insieme al trasporto pubblico su navette, l’utilizzo della bicicletta rappresenta una delle modalità possibili: fornita al parcheggio di scambio in modo libero (bike free in un sistema chiuso), può costituire una delle diverse e più caratteristiche modalità di accesso alla spiaggia. Da qui la necessità di realizzare percorsi ciclabili ad hoc e un servizio di affido dei mezzi connesso al costo della sosta.

Ho ripreso queste indicazioni progettuali raffinandole e approfondendole anche sulla scorta della evoluzione tecnologica, con l’ipotesi di realizzare un sistema di controllo centralizzato in grado di segnalare ai turisti in arrivo dall’esterno le condizioni di affollamento dei diversi parcheggi di scambio, per evitare traffici inutili e congestioni sulla ridotta rete stradale secondaria. Un sistema costituito da una centrale operativa unica che attraverso videocamere controlla l’afflusso del traffico dalle principali arterie di traffico: SR Pontina 148, SP Litoranea, Migliara 53, Pedemontana da San Felice C., e la saturazione dei diversi parcheggi; la stessa centrale informa i turisti attraverso pannelli a scrittura variabile disposti sulle stesse direttrici, e orienta ed indirizza i flussi. Parallelamente è semplice organizzare un sistema di prenotazione telefonica della sosta (prima con gli  SMS, oggi con App dedicate), fino a modulare un sistema di navette misurato con l’intensità dei flussi.

Nella inazione delle amministrazioni, in questi anni diversi privati possessori di fondi agricoli nell’area hanno organizzato in proprio un sistema simile a quello abbozzato; sistema che, in assenza di alternative, viene tollerato ma che non può essere considerato come un valido strumento di pianificazione dei flussi e di una accoglienza turistica corretta. Infatti il primo aspetto che bisogna considerare è che un sistema di parcheggi di scambio dovrebbe essere finalizzato a contenere, limitare, eventualmente eliminare, in base alle strategie che si vogliono perseguire, la presenza di veicoli sulla costa e consentire un diverso tipo di fruizione della duna. Gli attuali parcheggi privati non svolgono alcuna efficacia in questa direzione, anzi determinano la presenza di quote aggiuntive di turisti balneari oltre a quelle che fisicamente il sistema accoglie fino alla saturazione dei posti macchina.

E’ pertanto indispensabile avere una visione complessiva del tema e arrivare alla strutturazione di un sistema che risponda ad una strategia chiara di contenimento dei traffici e di miglioramento della offerta turistica e della fruizione dell’insieme del paesaggio della costa: area agricola, laghi, aree umide, duna, mare. Una passeggiata a piedi o in bicicletta attraverso questi scenari può costituire l’inizio di un nuovo modo di promuovere e fare turismo sostenibile a Sabaudia.

Di seguito vengono proposte le “slides” utilizzate per la presentazione della proposta in occasione dal convegno “Nuove azioni nei territori del Parco Nazionale del Circeo tra sicurezza e tutela ambientale”,“4° Panel “Mobilità ambientale: costruire insieme una mobilità dolce per tutti “, “Mobilità sostenibile e parcheggi: da problema a risorsa “, svolto nell’Auditorium – Centro visite del Parco Nazionale del Circeo il 26 E 27 gennaio 2018.

Le “slides” costituiscono un aggiornamento di quelle utilizzate nel “Forum: Per un Piano TrasparEnte2 Sistema dunale: obblighi di tutela ed esigenze economiche”, evento svolto presso la biblioteca del Parco del Circeo il 28 maggio 2008, nel quale è stata presentata la comunicazione “Mobilità e problematiche della fruizione” quale “Progetto pilota” promosso all’interno del percorso di “SabaudiAgenda21 verso lo sviluppo sostenibile”.

 

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